Desirée Coco, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Maiore di Noto, è stata vittima di una violenta aggressione da parte di uno studente di 14 anni. Ancora provata fisicamente e moralmente, la preside ha deciso di condividere la sua esperienza. Nonostante il trauma cranico e la spalla lussata, la sua voce trasmette più delusione che rabbia. “Non porto rancore al ragazzo. Può ancora cambiare e, se decidesse di farlo, la scuola sarà pronta ad aiutarlo”, ha dichiarato con fermezza.
L’aggressione: una rabbia inaspettata
L’episodio è avvenuto in circostanze tragicamente quotidiane. La preside aveva convocato il giovane in presidenza per un colloquio disciplinare, dopo che il ragazzo aveva lanciato una sedia dalla finestra, un gesto potenzialmente pericoloso. Durante il rimprovero, il giovane sembrava tranquillo, ma il peggio si stava già preparando.
“Era quasi l’orario di uscita. Stavo parlando con i servizi sociali delle necessarie restrizioni nei suoi confronti. Non mi ero accorta che fosse nei paraggi. Poi ho sentito grida, e subito dopo il suo attacco. Si è scagliato contro di me come una furia. È stato uno spavento allucinante. Non riuscivano a togliermelo di dosso”, racconta Coco, ancora turbata.
Una ferita al sistema educativo
L’aggressione, oltre alle ferite fisiche, ha lasciato un segno profondo nel morale della dirigente. “Questo episodio rappresenta una sconfitta per tutti: famiglia, scuola e sistema sociale. Il disagio giovanile è un problema che non possiamo più ignorare”, ha affermato, sottolineando come la pandemia abbia amplificato i problemi degli adolescenti.
Coco invoca un cambiamento sistematico, ribadendo l’importanza dello psicologo scolastico come figura necessaria per prevenire e gestire situazioni simili, soprattutto in scuole situate in contesti complessi. “Non vedo l’ora di tornare al lavoro, ma il clima sociale che si vive oggi è difficile. C’è una tensione costante che dobbiamo affrontare tutti insieme”.
L’episodio è ora sotto l’attenzione della Procura dei Minori, mentre la dirigente, nonostante il dolore e la delusione, continua a difendere il ruolo della scuola come luogo di crescita e recupero per i ragazzi in difficoltà.